L’AQUILA – “Vanno bene i numeri dell’occupazione rilevati dal Cresa, aggiunge D’Alfonso ai microfoni commentando ancora il rapporto del Centro regionale di studi e ricerche economico sociali – ma abbiamo bisogno di trovare, nell’arco dei prossimi anni, 60mila occasioni di lavoro. Noi faremo l’impossibile con gli investimenti che il Masterplan contempla – si tratta di 77 interventi veri sottolinea – e il Piano dello Sviluppo che abbiamo aggiunto al Masterplan. Abbiamo circa 2,5 miliardi di euro per un’ulteriore ripresa economica. Sono convinto che da questi investimenti arrivera’ un’importante ricaduta occupazionale”. D’Alfonso rilancia poi sulla Rete Ten T e sul ruolo strategico delle alleanze che devono essere “funzionali come quella con la Regione Marche per la gomma ed il ferro” e lamenta un errato approccio culturale italiano sul tema; loda in tal senso la filosofia pratica dell’imprenditore Marco Gai. Ha poi preso ad esempio l’Emilia e l’Umbria che nella fase della ricostruzione hanno puntato sulle infrastrutture. Al Cresa dice: “Siate ambiziosi, invasivi; rendete coinvolgente la vostra attivita’ di informazione sui dati”.
“I dati del Centro di Studi e Ricerche Economico-Sociali fanno informazione e sono essenziali – conclude D’Alfonso -. Ci vuole merito e metodo e bisogna essere incisivi”. Secondo il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco, “Nell’industria manifatturiera c’e’ un settore auotomotive che tira moltissimo e che ha realizzato un export notevole fra il 2000 ed il 2015. L’export automotive – in provincia di Chieti – e’ passato dal 28% al 46%”. Queste alcune delle cifre che il direttore del Cresa, rivela alla stampa. “C’e’ questa grossa tendenza che fa salire anche il Pil e il dato occupazionale che per il 2015 registra un +0,6%”. I punti critici,invece, emersi dal Rapporto “sono nel gap generazionale dei giovani che non trovano occupazione; mancano 48mila giovani all’appello rispetto al 2009 – rileva Prosperococco – e in totale sino al 2015 abbiamo perso 32 mila posti di lavoro; inoltre c’e’ un gap femminile che si sta colmando. In Abruzzo il 38% della popolazione e’ a rischio poverta’, l’11,8% e’ in poverta’ sia nella fase di poverta’ assoluta sia quella relativa”.