L’AQUILA: – di Antonella Marinelli – “…Ho dietro di me millenni di silenzi, di tentativi di poesia, di pani delle feste, di fili di telaio…” Maria Lai.
Da bambina, durante le vacanze scolastiche, trascorrevo la maggior parte del tempo a casa di mia nonna, il mio gioco preferito era rovistare nel suo baule. C’era riposto di tutto: biancheria, pagine di riviste di lavori femminili, cartoline spedite dal nonno durante il servizio militare, attrezzi di lavoro, fili di ogni tipo e colore e poi odorava tutto di lavanda e acqua di rose: se chiudo gli occhi ancora riesco a sentire quel profumo.
A distanza di tanti anni eccomi nella vecchia stanza della nonna a svuotare quel baule e, tra le altre cose, ho trovato uno strano oggetto di legno di cui ignoravo l’utilizzo. Girovagando in rete ho scoperto essere una forcella! Mai vista di questa forma, forse perché siamo abituati alla plastica e alle stecche di ferro. Ma questa era magica e solo guardarla mi ha emozionato!
Consumata e riparata con dei chiodini di legno mi ha fatto pensare ai chilometri di filo che ci sono stati intrecciati insieme a tutti i sogni, le aspettative, le preghiere di nonna e me la sono immaginata seduta vicino al fuoco ad armeggiare con i suoi fili dopo un’intensa giornata di lavoro.
Si narra che questa tecnica sia stata inventata da Caterina D’Aragona, prima moglie di Enrico VIII, infatti in alcune zone viene ancora chiamato “Kat stitch” (punto Caterina). Questo lavoro inizialmente utilizzato per pizzi e rifiniture di biancheria, si è evoluto nel corso degli anni fino a diventare capo di abbigliamento.
Tra tutti i giochi di filo che si trovano in giro, questo è il più dinamico di tutti perché non è mai uguale a se stesso, inoltre è quasi un mandala: rilassante e distensivo allo stesso tempo.
Il lavoro consiste nell’intrecciare il filo intorno alle barre della forcella formando degli anelli che vengono fermati con dei punti all’uncinetto. Si lavora a strisce che poi vengono riunite tra loro con punti dettati dalla vostra fantasia. Niente schemi, niente calcoli; si può lavorare e chiacchierare con un’amica contemporaneamente, si può portare in giro dentro la borsetta pronto per essere preso mentre si viaggia in pulman, o si prende il sole ai giardini pubblici; insomma è proprio da provare, fatevi tentare!