AVEZZANO – Un ampio monitor nella sala riunioni dell’ospedale di Avezzano, per consentire ai degenti dei vari reparti, a patto che vi sia l’ok dei medici, di seguire la partita di calcio della Nazionale italiana, in programma oggi alle ore 15.00, contro la Svezia agli europei. La proposta e’ partita dai degenti del reparto di chirurgia e il primario, Pierluigi Di Stefano, l’ha subito sottoposta all’attenzione del direttore sanitario dell’ospedale Lora Cipollone. L’idea, che si sposa al meglio con l’umanizzazione della sanita’, e’ stata tradotta in pratica, con una immediata mobilitazione a 360 gradi dell’ospedale, dalla stessa Cipollone che, per predisporre la sala riunione e trasformarla in una ‘platea’ con tv, ha coinvolto tutte le competenti articolazioni organizzative del presidio. La possibilita’ di assistere alla partita dell’Italia, in programma oggi pomeriggio, e’ stata estesa a tutti i reparti, naturalmente nel rispetto di alcune tassative condizioni. Potranno accedere alla sala riunione, dove e’ stato installato a tempo di record il monitor tv, solo quei pazienti in grado di deambulare e che, in base alla rigorosa valutazione dei medici dei vari reparti, sono in condizioni di salute tali da potersi spostare dal posto in cui sono ricoverati e restare poi per un paio d’ore davanti alla tv. Vi sara’ quindi un ovvio, rigoroso filtro da parte dei medici nella scelta dei degenti che hanno manifestato il desiderio di seguire le gesta della nazionale di Antonio Conte. Nella sala riunioni, inoltre, per disposizione della direzione sanitaria, e’ stato organizzato un puntuale servizio di assistenza infermieristica per seguire da vicino i degenti-tifosi e intervenire in caso di necessita’. L’aula delle riunioni, che per qualche ora perdera’ il suo aspetto ‘serio’ per trasformarsi, forzando un po’ l’espressione, in una specie di moderata ‘curva’ da stadio, ha una capienza di oltre 90 posti. Peraltro, la proiezione della partita sara’ ripetuta per le altre gare dell’Italia. “Abbiamo recepito il desiderio dei degenti”, dichiara la Cipollone, “poiche’ cio’ rientra nell’umanizzazione dalle cure, spesso invocata e raccomandata alle strutture sanitarie, che mira non solo alla cura della patologia ma anche al benessere psico-fisico del malato. Consentire a chi puo’, previo beneplacito del medico, di trascorrere qualche ora insieme ad altri degenti, in un contesto di aggregazione e di clima festoso, e’ un fatto che serve a migliorare la qualita’ di vita all’intero di un ospedale”.