
L’AQUILA: – “Addoloratissimo apprendo della morte di Marco Pannella, un abruzzese, un politico di razza, un guerriero per i diritti”. Lo scrive il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. “Sebbene lontanissimi per formazione politica, tutte le volte in cui ci siamo incontrati abbiamo sempre riscontrato un’armonia cristallina data dal rispetto reciproco e dall’accordo su un tema fondamentale: la battaglia per il progresso della collettivita’. Da ragazzo – ricorda il governatore – ho ammirato il coraggio e l’intensita’ con cui affrontava le battaglie per i diritti civili, e assistendo ad un suo comizio negli anni Ottanta ho percepito la forza immensa con cui difendeva e propugnava le sue idee. Da adulto ho potuto confrontarmi con lui, maestro della parola e liberatore di liberta’, apprezzandone le rare doti di cultura e intelligenza. Marco Pannella – commenta infine il presidente – manchera’ non solo all’Abruzzo ma all’Italia tutta, e a nome di tutta la regione lo saluto con calore fraterno”.
“La mia prima tessera e’ stata quella radicale, ma oggi ad andarsene e’ l’amico prima ancora dell’ispiratore di tante battaglie radicali, non tutte mie. Oltre al dolore, rimane la fierezza del segno che il nostro concittadino ha lasciato nella storia politica e civile di questo paese senza, per di piu’, aver ricoperto ruoli di governo. Senza aver avuto il riconoscimento, dovuto, di senatore a vita”. E’ quanto invece affermato da Gianni Chiodi, presidente emerito della regione Abruzzo, commentando la scomparsa del leader radicale. “Oggi tutti sono Pannella, me ne compiaccio, ma il mio auspicio e’ che, al di la’ delle frasi di circostanza, viva il suo esempio, la ricerca infaticabile di un riformismo autentico e mai fine a se stesso, mai puntato sul mero consenso ma sulla necessita’ di rendere piu’ giusta, ne’ migliore ne’ peggiore, la nostra societa’”, dice infine Chiodi.
Anche il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi ha espresso il suo ricordo: “Marco Pannella e’ una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si pteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause”.
“Esprimo cordoglio e grande tristezza per la scomparsa di Marco Pannella, abruzzese e leader politico che ha attraversato da protagonista la vita politica italiana degli ultimi decenni. Sono stato iscritto al Partito radicale, e conoscevo Marco”. E’ quanto ha detto il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci. “Si poteva, tanti lo sono stati, essere in disaccordo con lui, – ha aggiunto – ma gli va riconosciuto un ruolo di primissimo ordine nel panorama della nostra democrazia, che per definizione e’ pluralismo e confronto. Attraverso le sue prese di posizione, gli intelligenti modi di lotta e di espressione, ha saputo portare all’attenzione dell’opinione pubblica temi e contraddizioni inerenti il funzionamento stesso del sistema democratico che altrimenti, con tutta probabilita’, sarebbero rimasti in ombra. Assieme al Partito radicale, di cui e’ stato per lungo tempo l’incarnazione, – afferma sempre Pietrucci – ricordiamo le battaglie sul divorzio e l’aborto, per i diritti dei detenuti, per la depenalizzazione dell’uso personale delle droghe leggere, per la liberta’ scientifica, quelle contro gli abusi e i malfunzionamenti del sistema democratico imputabili dallo strapotere dei partiti. A volte precursore e a volte provocatore, Pannella e’ stato una figura necessaria, di cui sentiremo la mancanza. Come c’e’ da sentire la mancanza del confronto, del dialogo, dello scontro, dell’arricchimento che deriva dalle diversita’ delle opinioni e dell’anticonformismo necessario”.
L’Abruzzo ha perso uno dei suoi figli migliori. Marco Pannella con la passione e la determinazione che metteva in ogni sua impresa, era un tutt’uno con i diritti civili, con la non violenza e per la libertà”, a dirlo è il Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. “La sua terra la portava con sé e la interpretava attraverso il suo carattere volitivo e caparbio. Consigliere regionale all’Emiciclo nel corso della Quinta Legislatura, nel 2014 ho avuto l’onore di conferirgli la medaglia Aprutium, nel corso di una seduta solenne dell’Assemblea regionale, per il suo lungo magistero di Uomo e di Politico impegnato in tante battaglie in difesa della democrazia – ricorda Di Pangrazio – Non potrò mai dimenticare l’incontro privato nel mio ufficio. Un incontro carico di umanità e ricordi che hanno percorso ogni angolo della nostra regione: una sorta di dichiarazione d’amore incondizionato per l’Abruzzo, di cui ricordava luoghi e volti delle tante persone che con lui hanno condiviso lotte e speranze. Interpretando il pensiero dell’Assemblea che rappresento – conclude Di Pangrazio – mi inchino davanti alla storia di Marco Pannella, davanti all’uomo, al cittadino illustre della nostra terra”.
Da abruzzese a abruzzese, “come me ma del teramano”, confida che “sara’ sempre in me vivido il ricordo dei momenti passati insieme da corregionali”. Antonio Razzi rende onore a Marco Pannella e spiega che “secondo me, dovevi essere tu il Presidente della Repubblica: avremmo visto veramente non solo il guardiano dei diritti e della Costituzione ma un vero e proprio guerriero integerrimo” “La dipartita di Marco Pannella, sembrera’ strano data la veneranda eta’, e’ prematura rispetto ai tempi e alle trasformazioni che il paese sta cercando di darsi”, riprende il senatore FI. “C’e’ un disperato bisogno di uno come lui nel panorama politico italiano”, dice ancora “dell’amico Pannella” al quale manda a dire che “la tua presenza, il tuo apporto sempre nella notizia, manchera’ agli italiani e alla politica pura della quale ti sei fatto interprete in tre quarti di secolo di attivismo”. “Ne hai combinate di tutti i colori”, dice ancora, attribuendogli un episodio (“persino fumando una canna”) ma certo non dove indicato da Razzi (“in aula”). “Sei stato dirompente perche’ questo e’ un paese che ha bisogno di forti scosse per capire i suoi errori. Caro Marco, ci siamo conosciuti in tempi non sospetti quando, da abruzzese frequentavi la comunita’ degli abruzzesi in Svizzera. Con te – conclude Razzi – manchera’ una voce, quella voce di onesta’ civile, politica ed intellettuale che dovrebbe fare da esempio ai giovani italiani. Caro Marco ci lasci il Pannellismo ed un pezzo di storia indimenticabile”.
“Se ne e’ andato Marco Pannella. Senza di lui ci sara’ un grande vuoto”. Lo scrive l’aquilano Giulio Petrilli che parla di “generoso combattente dei diritti civili, la persona che piu’ di tutti ha incarnato il senso del rispetto anche per le persone private della liberta’ personale. Lo conobbi a venti anni – ricorda – quando venne a trovarci nel carcere di Rebibbia insieme ad Enzo Tortora. L’ho rivisto poi fuori in tante manifestazioni. Un politico d’altri tempi. Un coerente delle idee. Una grande persona piena di umilta’. Un rivoluzionario. La tristezza e’ forte”. Giulio Petrilli era stato arrestato il 23 dicembre del 1980 con l’accusa di partecpazione a banda armata per un presunto coinvolgimento nell’organizzazione terroristica Prima Linea. Detenuto per 5 anni e 8 mesi fu poi assolto dalla Corte d’Appello. Un proscioglimento divenuto definitivo in Cassazione nel 1989. Da allora si batte per ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione. Fino ad oggi tutte le sue istanze non hanno trovato riscontro. Ma la sua battaglia di legalita’ – come ha sempre affermato – non si ferma.
Per Geremia Mancini, presidente onorario dell’associazione culturale ‘Ambasciatori della fame’, “Con Marco Pannella se ne va un grande abruzzese. Un uomo che ha saputo attraversare, spessissimo controcorrente, le vicende di questo Paese. Sempre schierato dalla parte dei piu’ deboli e dei diversi. Un leader politico ma anche, forse soprattutto, un uomo capace di combattere con coraggio e contro ogni luogo comune difficili battaglie per i diritti civili. A lui tutti gli italiani debbono tanto. L’Abruzzo deve sentirlo come uno dei suoi grandi figli. Ricordo con commozione ed orgoglio quando, nel 2008, ebbi la soddisfazione di consegnargli, per il suo aver reso onore alla terra d’origine, il ‘Moschettiere del Lavoro – Premio Zimei’. Ci manchera’”, conclude Mancini.