L’AQUILA – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Stefano Albano, Segretario Partito Democratico L’Aquila
All’intuizione di questa amministrazione di realizzare istituti di partecipazione che favoriscono il coinvolgimento e l’informazione della popolazione sulle decisioni pubbliche purtroppo non è ancora corrisposta un’analoga e necessaria funzionalità degli strumenti. L’Urban center è ancora attraversato da discussioni e preda di frazionamenti, i Consigli territoriali di partecipazione esposti a blocchi e polemiche. Per il futuro, anche prossimo, la strada non è quella della rinuncia, al contrario, occorre il rilancio. Gli strumenti che esistono vanno sottratti alla palude, con il concorso di tutti.
Guardo in particolare ai Consigli territoriali di partecipazione. Rilanciare tali strumenti spetta in parte agli attori coinvolti in prima persona, e faccio riferimento ai membri eletti. Una pezzo importante del problema deriva dall’aver interpretato questi Consigli come riproduzioni territoriali in piccolo formato dell’Assise comunale, divisi fra gruppi consiliari contrapposti fra di loro. Tuttavia, nell’idea originaria di chi li aveva immaginati e proposti, essi dovrebbero lavorare da Consulte del territorio, funzionare non secondo una logica divisiva, bensì inclusiva, con l’obiettivo che i 13 componenti il Ctp possano lavorare unitamente. Con questa logica cambia anche il modo di interpretarne il ruolo, non un approccio passivo, come avviene in molti casi, limitandosi a fornire pareri su quanto deliberato dal Consiglio Comunale, ma un approccio dinamico, dove i Ctp diventano protagonisti e stimolo di elaborazione e di proposte. In questo senso il presidente del Ctp più che un sindaco di quartiere assume l’importante ruolo di coordinatore dei lavori.
Una parte rilevante del lavoro però deve svolgerlo la politica. Gli strumenti della partecipazione sono una grande opportunità per L’Aquila, che attraverso di essi può ripartire e rinascere nel segno del contributo dei cittadini. Non è un caso che rappresentanti del Comune di Pescara abbiano chiesto informazioni per replicare l’esperienza dei Consigli territoriali di partecipazione: l’idea e il sentiero tracciato sono quelli giusti, va corretta la rotta se è vero, come è vero, che non tutti i Ctp stanno lavorando male e che anzi alcuni si stanno rivelando importanti modelli di riferimento. Proprio per questo stiamo lavorando alla costruzione di una proposta di legge regionale che, sul modello di quanto fatto in Toscana, può intervenire per dettare regole e principi comuni individuando gli esempi virtuosi e facendo le dovute integrazioni.
Stefano Albano
Segretario Partito Democratico L’Aquila