PESCARA: – L’indagine semestrale sull’industria abruzzese, relativa al secondo semestre del 2015 e presentata oggi da Confindustria, si inserisce in una situazione caratterizzata da un saldo negativo (pari a 461) tra iscrizioni e cessazioni di aziende manifatturiere nelle Camere di commercio delle quattro province, un tasso di disoccupazione che continua a crescere (+0,65%) e una riduzione significativa al ricorso a tutte e tre le forme di Cassa integrazione guadagni mentre le esportazioni in valore crescono (+14,73% ).
L’indagine di Confindustria registra una sostanziale situazione di stabilita’ sia sulle giornate di lavoro che sull’utilizzo della capacita’ produttiva.
Particolarmente grave risulta il dato relativo agli investimenti che continuano ad essere realizzati da circa il 15% delle imprese, fatta eccezione per l’area della provincia di Chieti dove si sale al 25%.
Stabile il fatturato in tutta la regione mentre per l’export le imprese parlano di “orientamento predominante alla stabilita’” e solo nel teramano fatturato e export hanno un “orientamento predominante all’aumento”.
Tra i vari settori considerati, il fatturato e’ orientato alla diminuzione, rispetto al semestre precedente, nei prefebbricati e nei prodotti per l’edilizia, mentre c’e’ un orientamento a contrazione/stabilita’ nei settori relativi a carta, cartotecnica e tipografico.
Segnali positivi invece per alimentari e bevande (orientamento all’aumento) e legno e mobili, sempre per quanto riguarda il fatturato, e in questi settori l’export lascia ben sperare, cosi’ come nel tessile abbigliamento, calzature e pelle. Gli investimenti, a livello settoriale, si attestano tra il 15 e il 25 per cento, mentre per legno e mobili non si registrano investimenti.
Guardando alle previsioni per il primo semestre del 2016, si parla di una stabilita’ della produzione, del fatturato e dell’export e gli unici investimenti sono contemplati in provincia dell’Aquila e solo da un numero limitato di aziende (meno del 5%).
Per i primi sei mesi del 2016 il 23 per cento delle imprese prevede un aumento del personale e l’8 per cento una riduzione.