
L’AQUILA: – “Dopo tanta attesa e’ finalmente giunta l’interpretazione dell’art. 11 della L. 125/2015 che ha, di fatto, posto grossi limiti alla ricostruzione senza peraltro, a nostro avviso, aver raggiunto alcuno degli scopi (legalita’, trasparenza e accelerazione dei processi) che il velleitario titolo aveva richiamato”.
Inizia cosi’ una nota di Massimilano Mari Fiamma, segretario generale di Apindustria, associazione piccole e medie imprese della provincia dell’Aquila.
“L’interpretazione richiesta da USRA e USRC dopo le forti sollecitazioni giunte nei vari incontri tenuti a partire dall’indomani dell’approvazione della norma, sembra in un primo momento venire incontro alle problematiche riscontrate ed alle interpretazioni sulle quali convergevano i pareri sia della nostra associazione, sia del Comune dell’Aquila, esplicitati con la sua ultima circolare. L’ANAC (l’Autorita’ nazionale anticorruzione) – sostiene Fiamma – parte da un assunto che ci lascia un po’ attoniti dichiarando che per i contratti ‘privati’ della ricostruzione vale la disciplina degli appalti pubblici ‘trattandosi di opere eseguite con contributi pubblici’ dimostrando cosi’ la totale ignoranza della materia da parte di questo Ente.”
“Il Parlamento italiano, il primo ottobre del 2010 – ricorda il segretario Apindustria – ha votato la conversione in legge del DL n. 125 del 5/8/2010 chiarendo senza alcun ragionevole dubbio che si tratta di indennizzo e non di contributi pubblici, rendendo di fatto del tutto screditata la premessa dell’ANAC che e’ il principio fondante di tutta l’interpretazione. Alla luce di questa ‘cantonata’ si esplicita infatti che il subappalto, inizialmente considerato come possibile fino al 30% della sola categoria prevalente e libero nelle categorie scorporabili, avendo nel frattempo approvato la nuova disciplina degli appalti, deve considerarsi possibile solo nei limiti del 30% del totale. Per gli stessi motivi va altresi’ considerata possibile la prestazione in subappalto senza SOA solo nei limiti previsti dalla stessa disciplina e quindi sotto i 150.000 euro e non, come chiarito dal Comune dell’Aquila, senza alcun limite.”
“Alla luce di quanto esposto – afferma quindi Massimiliano Mari Fiamma – riteniamo del tutto inattendibile l’interpretazione giunta dall’ANAC rifiutandone completamente i contenuti e chiedendo quindi alla Regione Abruzzo, come capofila della vicenda, ed alla sen. Pezzopane, come promotrice della legge, di riprendere il filo del discorso per dirimere definitivamente questi problemi e l’altrettanto vitale esigenza del pagamento diretto a fornitori e subappaltatori in caso di inadempienza dell’appaltatore. Senza queste azioni – commenta infine il segretario generale Apindustria – la ricostruzione abruzzese, oltre a dover registrare ritardi ed infiniti ricorsi legali, continuera’ a registrare, cosi’ come per la restituzione delle tasse, un trattamento di serie B da parte del Governo”.