L’AQUILA – Con la riforma della procedura esecutiva entrata in vigore questa mattina, viene istituito un registro informatico dei debitori, esperienza unica e nuova per il nostro ordinamento.
Sino ad oggi, gli italiani hanno trattato i propri debiti come “panni sporchi da lavare in casa propria”, in totale segretezza. Ciò ha consentito situazioni paradossali di soggetti che, pur versando in una situazione di conclamata insolvenza, hanno tuttavia continuato a contrarre debiti, tentando di nascondere la propria condizione ai creditori. Il che ha fatto sì che la crisi di un individuo si spalmasse anche, a macchia d’olio, su tanti altri che con questi avevano stipulato accordi commerciali.
Tra i soggetti più “a rischio” ci sono – secondo il Governo – le stesse banche: la possibilità di concedere finanziamenti e prestiti a clienti nei cui confronti sono in corso pignoramenti o altre procedure di insolvenza mette a repentaglio il sistema del credito.
Il nuovo registro dei debitori, scrive laleggepertutti.it, ha quindi la funzione di mettere in allerta da soggetti a rischio “morosità”. Ecco di cosa si tratta e come funziona.
Il registro viene conservato e tenuto dal Ministero della giustizia e conterrà tutte le procedure di espropriazione forzata immobiliari, i fallimenti (e le altre procedure di insolvenza assimilate, ossia il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria), le nuove procedure di sovraindebitamento (la meglio nota “legge salva suicidi”), i procedimenti di omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti, nonché i piani di risanamento.
Il registro si compone di due sezioni: la prima gratuita, cui potrà accedere chiunque, e una seconda sezione a pagamento e ad accesso limitato (solo in favore di soggetti titolari di un interesse legittimo). I giudici avranno sempre accesso gratuito. Sarà un decreto ministeriale a stabilire quali informazioni saranno a consultazione pubblica e quali, invece, a consultazione riservata. Lo stesso decreto fisserà i tempi massimi di conservazione delle informazioni.
Sarà sempre possibile, ovviamente, la pubblicazione delle rettifiche dei dati e l’aggiornamento.
Il registro consentirà la ricerca dei dati secondo ciascuna tipologia di informazione (ad esempio, secondo la voce “pignoramenti immobiliari” o in base al “nome” del debitore) e di documento in esso contenuti.
Su richiesta del debitore, del curatore, del commissario giudiziale, di un creditore, di chiunque vi abbia interesse o d’ufficio, il giudice delegato o il tribunale competenti possono limitare la pubblicazione di un documento o di una o più sue parti se vi è uno specifico e meritevole interesse alla riservatezza dell’informazione in esso contenuta.
Il registro sarà accessibile dalla Banca d’Italia, che potrà utilizzare i dati e le informazioni in esso contenuti nell’ambito delle proprie funzioni di vigilanza, a tutela delle banche e dell’erogazione dei crediti ai clienti.