ROMA – Ad agosto, o meglio nel periodo di Ferragosto, i contribuenti non riceveranno cartelle di pagamento da parte di Equitalia né subiranno pignoramenti, fermi auto o ipoteche: è stata infatti rinnovata la tregua, già inaugurata l’anno scorso nello stesso periodo, che vede l’Esattore sospendere ogni attività di riscossione e di notifica di atti di pagamento in concomitanza con la festa dell’Assunzione. Forse frutto del notevole incremento di importi riscossi, cresciuti in un anno di ben l’11,2%.
A dirlo è stato, poche ore fa, l’amministratore delegato di Equitalia in audizione alla Camera dei deputati.
Si replica dunque il “regalo” fatto da Equitalia ai contribuenti, già attuato nel periodo tra Natale scorso e l’Epifania (24 dicembre – 6 gennaio).
Ernesto Maria Ruffini ha specificato che la misura viene presa “come segno di attenzione verso i cittadini”. Lo stesso Ruffini che, qualche giorno fa, ha dichiarato di voler “mandare allo sportello” i dirigenti di Equitalia affinché si rendano conto delle vere problematiche dei clienti. Insomma, un giorno di gavetta per comprendere gli inghippi burocratici e i guai della gente.
Non male come iniziativa, almeno sul piano teorico. Purtroppo la pratica è cosa ben diversa e racconta di “sportelli amico” che amici non sono; di dipendenti che “fateci causa perché io non posso annullare l’atto anche se sbagliato: ci vuole il giudice”; di pignoramenti duplicati per errori di sistema e di cause portate avanti benché l’unanime giurisprudenza affermi da anni il contrario di quello che Equitalia sostiene; di richieste di pagamento per crediti ormai prescritti che è impossibile far cancellare con una semplice istanza (per quanto la prescrizione si possa calcolare sulla punta di una o al massimo due mani); di ricorsi in autotutela che vengono puntualmente cestinati e di dipendenti che non sono informati sulle novità legislative e puntualmente “cadono dalle nuvole”.
Insomma, Equitalia avrebbe bisogno, piuttosto che di qualche giorno di riposo, di maggiore efficienza e di rispetto delle regole. Regole che, se devono valere per il cittadino, a maggior ragione – e non occasionalmente – devono essere rispettate dall’amministrazione.