L’AQUILA: – “Riparte nel capoluogo di regione una lunga stagione referendaria, di fatto mai interrotta dalla scorsa estate”. Lo dichiara Paolo Della Ventura, referente del Comitato di democrazia costituzionale per L’Aquila e provinciale.
“Lo scorso 4 aprile e’ partita in tutta Italia la raccolta per le firme su due quesiti abrogativi sulla legge elettorale che entrera’ in vigore il prossimo primo luglio: uno sull’abrogazione dei capilista bloccati che prevede l’Italicum, l’altro sull’abrogazione del premio di maggiornza.
A L’Aquila – fa sapere Della Ventura – inizieremo a raccogliere le firme domenica 17, dalle 9 alle 13, davanti l’Auditorium del parco del castello.
“Invitiamo tutti, pertanto – prosegue – a firmare per i due quesiti sull’Italicum, prima o dopo essere andati a votare per il referendum sulle trivelle, che e’ tutt’altro che inutile come vorrebbe qualcuno. L’espressione del proprio voto e’ importantissima anche se ultimamente ci stanno dando sempre minori occasioni per poterlo fare. E ora il governo vorrebbe limitarla con un combinato pericolosissimo tra Italicum e revisione costituzionale. E allora e’ e sara’ importante esserci e farci sentire. Noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo ed invitiamo tutte e tutti i cittadini a fare altrettanto”.
“L’Aquila e’ stato il primo comune capoluogo di regione a dirsi ufficialmente contrario alle riforme, con l’approvazione qualche settimana fa della nostra mozione di contrarieta’ a revisione costituzionale e legge elettorale. Il Senato non sarebbe abolito e conserverebbe funzioni legislative, senza essere elettivo; la navetta tra le due Camere avviene solo nel 3% delle leggi.
Soprattutto – conclude il cofondatore del comitato aquilano di Possibile – Italicum e riforma costituzionale darebbero un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con il 40% dei voti, conquistera’ il 55% dei seggi alla Camera con una maggioranza che determinera’ la composizione di Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura e l’elezione dello stesso Presidente della Repubblica”.