
L’AQUILA: – di Antonella Marinelli – “… la vita è senza tempo… Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre, e che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l’attesa”
(Kahlil Gibran)
Tra tutte le cose che abbiamo perso nel corso dei decenni, una in particolare ci è costata molto cara: il tempo. Già, il tempo, non lo abbiamo più! Oggi viviamo appesi al ticchettio degli orologi, anzi, abbiamo perso anche il ticchettio. Gli orologi sono diventati sempre più freddi e spietati, neanche “ticchettano” più, si limitano a muovere le lancette e noi dietro che corriamo affannandoci e perdendoci i momenti migliori della vita, perché mentre li stiamo vivendo già pensiamo al passo successivo…
C’è stato un momento in cui il tempo era scandito dal sorgere del sole e dal suo tramonto; dal cambio delle stagioni; dai cicli della semina e del raccolto; dalla transumanza delle greggi. Gli orologi non si utilizzavano, se ci si trovava nei campi o nelle valli si contavano i rintocchi delle campane portati dall’eco.
Poco più che ragazzetta, un giorno mi venne in mente di fare le “ferratelle”, ma non sapevo esattamente i tempi di cottura e quando lo chiesi a mia nonna la sua risposta fu: ” Il tempo di un’Ave Maria da un lato e un Padre Nostro dall’altro”, ore e minuti non facevano parte del linguaggio comune!
Eccolo il pretesto , se mai ne avessimo bisogno, per ritagliarci la nostra venticinquesima ora: fare le ferratelle, o pizzelle, neole o cancelle (il nome dipende dal posto in Abruzzo in cui si abita, ma, per favore, non chiamatele waffel!). E’ necessario procurarci un ferro (anticamente ogni famiglia ne aveva uno, veniva portato in dote dalla donna; veniva scolpito a mano e, nella parte centrale, recava incise le iniziali della futura sposa) quindi di una terrina in cui aprire 4 uova, aggiungere 4 cucchiai di zucchero e iniziare a impastare, un po’ alla volta aggiungere 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva, 6 di farina di grano solina (ma va bene anche quella di grano comune), la buccia grattugiata di un limone. Nel frattempo far scaldare il ferro sul fuoco e, quando il composto sarà abbastanza soffice, con un cucchiaio da pasto versiamolo al centro del ferro precedentemente unto con un goccio di olio; chiudiamo il ferro e lasciamo cuocere un minuto da un lato e un minuto dall’altro. Apriamo il ferro e, con l’aiuto di una forchetta, togliamo la ferratella. Con questa dose ne usciranno 30-35 circa. A questo punto la nostra casa sarà profumata quanto basta per attirare il resto della nostra famiglia; quale occasione migliore per riunirci e gustarle insieme magari spalmate di marmellata o di miele e accompagnate da una bella tazza di cioccolata calda!
Prendiamocelo tutto questo tempo; non lasciamoci schiaffeggiare dalla meschinità del mondo che ci gira intorno, e, quando rientriamo nel vortice della nostra giornata, pensiamo a questo momento e, se ci concentreremo bene, sentiremo anche un leggero tic-tac-tic-tac……