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Anniversario Sisma L’Aquila: si è esibita la Fanfara della Polizia di Stato

Pubblicato da Redazione
mercoledì, 06 Aprile 2016 - 17:01
in Eventi

L’AQUILA: – Questa mattina, preceduta dalla celebrazione della Santa Messa e dalla deposizione di una corona d’alloro al monumento che ricorda, nel cimitero monumentale cittadino, le vittime del terremoto di sette anni fa, si è esibita la Fanfara della Polizia di Stato, invitata a L’Aquila dalla Questura e dall’A.n.p.s. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) per commemorare le 309 vittime del sisma di sette anni fa.

Il repertorio musicale, appositamente scelto dal bravissimo Maestro Secondino De Palma, ha saputo suscitare intense emozioni.

Al termine dell’esibizione, apprezzatissima dal pubblico che gremiva l’Auditorium, il Questore Alfonso Terribile, nel ringraziare le personalità intervenute, ha detto che il ricordo di quei tragici momenti è indispensabile per poter guardare al presente e al futuro con speranza e ottimismo.

Di seguito i brani che sono stati suonati nel corso dell’esibizione ed alcuni cenni sulla Fanfara della Polizia di Stato.

La Fanfara della Polizia di Stato, istituita con decreto del Capo della Polizia nel 2009, ha l’obiettivo di proseguire l’opera di promozione e diffusione dei valori della legalità anche attraverso la cultura musicale. All’inizio il complesso, non molto numeroso, veniva impiegato per accompagnare sfilate, parate militari e cerimonie ufficiali. Nel corso degli anni ne è stato ridisegnato l’organico con il graduale inserimento di vari strumenti: così, pur mantenendo la denominazione storica di Fanfara, l’attuale organico la rende di fatto una banda. Il suo repertorio spazia nei diversi generi, indice di un elevato grado di professionalità e versatilità raggiunto. La Fanfara ha sede a Roma e partecipa a numerose manifestazioni di rilievo nazionale e internazionale che si tengono in importanti teatri, alle cerimonie di giuramento degli Allievi Agenti presso le Scuole di Polizia, intervenendo inoltre durante importanti eventi culturali e a scopo benefico. In questi anni le note della Fanfara sono risuonate spesso all’estero e negli splendidi scenari delle piazze e dei teatri di tutte le città italiane. Attualmente è composta da circa cinquanta musicisti ed è diretta dal Maestro Secondino De Palma.

ARMONIE D’ABRUZZO

Il primo brano che ascoltiamo è la marcia sinfonica Armonie d’Abruzzo, composta da Nicola Centofanti. Originario di Lanciano, il maestro Centofanti decise di dedicarsi alla musica fin da subito, proseguendo una lunga tradizione familiare. Dopo aver studiato composizione e strumentazione al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, iniziò l’attività di Direttore nelle formazioni di Chieti, Martinafranca e Conversano, solo per citarne alcune. Nel 1976 si trasferì a Benevento per dirigere nella città un complesso basato sulle antiche fondamenta bandistiche, poco convinto in effetti della nuova formula che si stava diffondendo e che tendeva a sostituire ai tradizionali solisti (flicorno, bombardino o flicornino) dei cantanti lirici. Si spense nel 1997 all’età di 84 anni, dedicandosi fino all’ultimo alla direzione e alla composizione di marce. Quella che ascolteremo, rientra a pieno titolo in quel filone cosiddetto evocativo: la musica in questo caso aiuta a descrivere paesaggi, atmosfere e luoghi cari, richiamando quei motivi pastorali che l’autore udiva nei suoi viaggi in giro per queste terre. E’ l’omaggio che ora la Fanfara vuole rivolgere al pubblico. Signore e signori per voi la marcia sinfonica Armonie d’Abruzzo.

ADAGIO

E’ probabile che il compositore statunitense Samuel Barber, nato nel 1910 negli Stati Uniti, non immaginasse che il suo “Adagio” sarebbe diventato un’icona della malinconia, una sorta di accorato appello di fronte alle ingiustizie che spesso la vita propone, che magari ti sorprendono nel sonno, catapultandoti in un incubo tra lacrime e rabbia. Ciò che fin dall’inizio l’autore aveva in mente era una musica pura, frutto di una sua particolare ispirazione e sensibilità. Siamo nel 1936 e quando Barber compone le prime note dell’Adagio l’Europa è ormai sull’orlo del secondo conflitto mondiale. Il compositore americano aveva scritto in principio un Quartetto; dal secondo movimento di questo Quartetto ha tratto poi un arrangiamento per orchestra d’archi, eseguito per la prima volta da Arturo Toscanini con l’Orchestra sinfonica della NBC il 5 novembre 1938, a New York. Nel brano è concentrato tutto il destino bellissimo ma faticoso di aver narrato il dolore sul pentagramma: una musica che ha una connotazione certamente drammatica, ma che vogliamo ascoltare ogni volta che alla vacuità delle parole vogliamo sostituire il sigillo dell’arte.

OMAGGIO A MORRICONE

Tocchiamo ora il genere della musica da film ascoltando due brani del grande Ennio Morricone. Si tratta di Per un pugno di dollari e Giù la testa. Il primo è tratto dall’omonimo film del 1964, considerato caposaldo del genere Spaghetti western. Segna l’inizio di una straordinaria collaborazione con Sergio Leone che cambierà la storia del cinema. Morricone riuscì a costruire un tema musicale capace di mantenersi equidistante da una ninna nanna e un lamento, grazie all’esecuzione con una tromba che veniva suonata, secondo le stesse parole del compositore, “alla zingara”. Il solista in questo caso è il componente della Fanfara Daniele Fornaro. Il secondo brano dal titolo Giù la testa accompagna il film del 1971 che narra dell’amicizia tra un bandito messicano e un irlandese esperto in esplosivi, sullo sfondo della rivoluzione messicana del 1913. La pellicola assunse toni da colossal hollywoodiano, un’epicità accompagnata dalla musica di Morricone che qui punta sul romanticismo e la malinconia suscitate dai ricordi dei due protagonisti. Dopo una serie di nomination e vittorie mancate, qualche settimana fa Ennio Morricone ha ricevuto l’Oscar per la musica del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Un riconoscimento dovuto per una carriera, che si può definire semplicemente eccezionale. Un piccolo omaggio che vogliamo rendere a lui, con questi suoi due brani.

NABUCCO

Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti. È stata spesso considerata come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro “Va’, pensiero, sull’ali dorate”, intonato dal popolo ebreo. Come la maggior parte delle overture di Verdi , anche il Nabucco non sfugge a un mescolanza di temi, molti dei quali sembrano fronteggiarsi per poi riapparire qua e la nell’opera. Dopo una prima parte quasi solenne troviamo la celeberrima Va pensiero: nella breve introduzione orchestrale le sonorità, sommesse e misteriose, si alternano all’improvvisa violenza delle ultime battute, con i ricami di flauto e clarinetto in pianissimo, quasi a voler evocare quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi. Vi è poi una seconda più veloce, seguita da una stretta finale. In questa sezione veloce Verdi ha seguito invece uno schema più tradizionale, con tanto di duplice crescendo e stretta finale in prestissimo. Non ci resta che ascoltare l’Overture del Nabucco dagli strumenti della Fanfara della Polizia di Stato.

LA VITA E’ BELLA

Il prossimo brano è di Nicola Piovani, autore romano nato nel 1946. La sua vocazione musicale è precoce: inizia lo studio del pianoforte a 9 anni e nel 1967 si diploma al conservatorio Verdi di Milano. Collabora da subito con diversi autori e col cantautore Fabrizio De André. Nella sua lunga carriera si è dedicato principalmente alla musica da film: ad oggi ha composto ben 130 colonne sonore, conquistandosi stima ed ammirazione dei musicisti e di registi come Fellini, Moretti, Tornatore, Bellocchio, con i quali ha lavorato e continua a lavorare, tanto che da 15 anni è considerato l’erede di Nino Rota ed il discepolo di Ennio Morricone. Nel 1999 Nicola Piovani ha ricevendo l’Oscar per la “musica drammatica” musicando il film “LA VITA E’ BELLA”. Una pellicola che mostra un Roberto Benigni malinconico, drammatico e anche divertente, maschera sognante in un mondo che ricrea in onore del proprio figlio. Solo grazie alla magia della musica è stato possibile realizzare questo coinvolgimento di emozioni. La andiamo ora ad ascoltare nell’elaborazione del Maestro Secondino De Palma.

AVE MARIA

Dall’Italia ci trasferiamo ora in Argentina con un brano di Astor Piazzolla. Personaggio molto discusso, Piazzolla compare sulla scena musicale intorno alla metà degli anni ’50, epoca in cui dal punto di vista creativo il tango, che rimase suo marchio di fabbrica, viveva un momento di stanca. In questa occasione però ascolteremo un pezzo che rappresenta una delle pagine più interessanti, seppur meno frequentate, del compositore. Scopriamo così un inconsueto Piazzola “sacro” con questa Ave Maria. Il brano originariamente portava il titolo di “Tanti anni prima”; fu composto nel 1984 per il film Enrico IV di Marco Bellocchio interpretato da Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. La composizione prevedeva all’inizio soltanto oboe e piano. Solo successivamente si decise di sviluppare il tema anche per altri strumenti. Il testo di questa Ave Maria perde quella connotazione prettamente liturgica; quella invocazione però “tu sai quanto dolore c’è, risveglia in noi un po’ d’amore, di calore e di speranza”, insieme a una musica toccante, assolvono a pieno al compito di avvicinare l’uomo al divino.

POOH FOREVER

Il 1966 è considerato l’anno di inizio della carriera musicale di uno dei più longevi e prolifici complessi del panorama artistico italiano. Stiamo parlando dei Pooh, gruppo che ha venduto più di cento milioni di dischi e che nel corso degli anni ha trovato, grazie alla genialità di Roby Facchinetti e Valerio Negrini, quest’ultimo recentemente scomparso, la chiave per accedere all’Olimpo della musica leggera. Ripercorrere in questa sede la lista dei primati e riconoscimenti della band è compito sicuramente arduo: ricordiamo, tra gli altri, i 14 Telegatti, i 4 Music Awards e il record di permanenza in classifica di Parsifal del 1973. Tutti i loro trenta album si piazzarono comunque stabilmente ai vertici delle vendite discografiche. Come accennato in una conferenza stampa lo scorso settembre, la loro storia si concluderà con una “reunion” nel prossimo giugno: sul palco assieme a Roby Facchinetti, Red Canzian e Dodi Battaglia ci saranno anche gli storici del gruppo Riccardo Fogli e Stefano D’Orazio. Grazie all’arrangiamento del Maestro Secondino De Palma, viene proposto ora un medley dei loro maggiori successi: brani che fanno parte della nostra storia di ognuno di noi.

IL CONCERTO SI CONCLUDE CON LA MARCIA D’ORDINANZA DELLA POLIZIA DI STATO ‘ GIOCONDITA’ DI MARCHESINI E L’INNO NAZIONALE.

 

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