ASSERGI (AQ): – E’ operativa dal mese scorso una stazione di alimentazione per rapaci necrofagi che il Parco Gran Sasso-Laga ha realizzato nell’ambito del progetto LIFE PLUTO. Il carnaio è stato costruito nella parte settentrionale dell’area protetta per supportare i rapaci necrofagi e viene rifornito con pecore a fine carriera cedute da aziende zootecniche locali.
La struttura occupa una superficie di circa un ettaro ed è delimitata da una recinzione antipredatori che impedisce l’ingresso di mammiferi terrestri. La rete di raccolta comprende 9 aziende zootecniche locali che forniscono le pecore a fine carriera, acquisisite dal Parco a fronte di un contributo economico che le stesse aziende utilizzano per l’acquisto di pecore di rimpiazzo.
La disponibilità di carcasse di bestiame nella stazione di alimentazione ha lo scopo di favorire i rapaci necrofagi che frequentano l’area protetta e che, in questo modo, possono reperire una fonte sicura di cibo, riducendo estese ricerche che potrebbero avvenire anche in aree a rischio veleno. Per talune specie, come l’aquila reale, la disponibilità di cibo può favorire il successo riproduttivo.
D’altro canto, l’impiego di capi di bestiame a fine vita ed il loro rimpiazzo con capi giovani, solleva gli allevatori dai costi di smaltimento delle carcasse e favorisce la prosecuzione dell’attività zootecnica, allentando eventuali tensioni tra il mondo zootecnico ed i grandi predatori che, talora, costituiscono l’innesco dell’uso del veleno.
L’operazione, infatti, rientra nelle molte attività ed iniziative finalizzate a contrastare l’uso illegale del veleno che il progetto LIFE PLUTO, cofinanziato dalla Commissione Europea, permette di sviluppare in 11 regioni italiane e che vede il Parco Nazionale Gran Sasso-Laga quale beneficiario coordinatore ed il Corpo Forestale dello Stato quale beneficiario associato.
E’ il caso di ricordare che l’utilizzazione di carcasse di bestiame per l’alimentazione di rapaci necrofagi è possibile, seppure con precise prescrizioni vòlte ad escludere qualsivoglia rischio di natura sanitaria, grazie a due regolamenti comunitari (CE 1069/2009 ed UE 142/2011). Ciò permette di ridurre quelle complicazioni e quegli aggravi ai quali sono andati incontri gli allevatori a seguito di regolamenti emanati negli ultimi anni dalla Comunità Europea e che, al tempo stesso, hanno sottratto preziosi fonti trofiche ai rapaci necrofagi.
Il carnaio viene controllato mediante un impianto di videosorveglianza di ultima generazione, dotato di zoom e brandeggio, che consente anche il monitoraggio dei rapaci che utilizzano la struttura.