L’AQUILA: – Una proposta per governare il sistema di accoglienza dei migranti, piuttosto che subire le scelte dettate da una logica emergenziale, valorizzando il protagonismo degli enti locali e basandosi su criteri oggettivi, in primis la demografia.
Il Partito Democratico dell’Aquila l’ha presentata in una conferenza stampa in cui sono intervenuti il segretario comunale Stefano Albano, l’assessore alle Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista, il capogruppo Stefano Palumbo e il coordinatore dei sindaci del cratere Francesco Di Paolo. “Chi governa ha il dovere di individuare delle soluzioni concrete”, ha detto Albano, contrapponendo scelte nel segno della solidarietà a comodi slogan e allarmismi. Palumbo ha chiarito che il principio è quello di puntare a “governare un fenomeno nell’interesse di chi accoglie e di chi viene accolto”.
Si tratta di mettere in moto un processo di cui si deve fare capofila il Comune dell’Aquila che attraverso il coordinamento della Regione dia la possibilità e l’incentivazione ai Comuni di attivare dei centri di accoglienza aderenti alle rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in cui, in una logica di cooperazione e di contributo proporzionale e sostenibile in base alla demografia (i Comuni più piccoli metterebbero a disposizione meno posti rispetto a quelli più popolosi) trovi accoglienza la quota di migranti che, in base alle ripartizioni nazionali, il territorio ha il dovere di ospitare.
Attualmente, ha spiegato l’assessore Di Giovambattista, in Abruzzo dei circa 1900 migranti accolti, solo il venti per cento (in linea con il dato nazionale) viene ospitato nei centri SPRAR, che in tutta la regione sono complessivamente cinque, di cui uno all’Aquila. Sono centri attivati e costituiti in base a bandi a cui rispondono i Comuni, e dove – rispetto ai centri di accoglienza straordinari dove attualmente è ospitata gran parte della popolazione dei richiedenti asilo – il controllo dell’ente è maggiore. Si possono attuare una rendicontazione finanziaria più stringente, attivare percorsi di integrazione e dare possibilità di occupazione alla popolazione locale. Attraverso un percorso coordinato dalla Regione (che, è la proposta del Pd aquilano, può approdare in una seconda fase a un provvedimento sul modello virtuoso di altri come l’accordo quadro promosso dalla Basilicata) e basato sulla sostenibilità e sulla qualità dell’accoglienza, i Comuni contribuirebbero in base a fattori precisi, in testa la demografia. Si eviterebbero paradossi come quello evidenziato da Di Paolo: in un Comune di 500 abitanti come Fossa vengono accolti 50 migranti, mentre in altri si registra un rapporto ben inferiore. Le prefetture assegnano i migranti in base alle disponibilità “casuale” dei centri di accoglienza straordinari senza che l’ente locale abbia la possibilità di interloquire e contribuire: l’obiettivo è sostituire progressivamente i centri straordinari con gli SPRAR.