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17 famiglie su mille non riescono più a pagare le rate del mutuo

Pubblicato da Redazione
sabato, 05 Marzo 2016 - 09:03
in Economia

L’AQUILA – Ogni 1000 mutuatari che nel 2014 erano in regola con i pagamenti 17 sono finiti in default nel 2015; perché non avevano pagato almeno sei rate. Lo dicono i dati più aggiornati della Centrale rischi Crif e riferiti al settembre dello scorso anno, lo scrive su corriere.it il giornalista Gino Pagliuca. E’ un dato in tendenziale discesa (nel 2012 si arrivava a quota 20 su mille ) ma, poiché si riferisce a grandi numeri, è di entità non trascurabile. Infatti se si leggono i dati sulla consistenza dei finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione di durata residua superiore a 5 anni pubblicato dalla Banca d’Italia si ricava che a fine settembre 2014 lo stock di mutui era di 358 miliardi di euro. L’1,7 per mille su questo valore significa che sono andati in default finanziamenti per poco più di 6 miliardi di euro. Con una media di 100mila euro a mutuo fanno 60mila famiglie.

Questo però non significa che le loro case finiranno tutte all’asta: i lunghissimi tempi necessari per le esecuzioni immobiliari consentono infatti al mutuatario di risolvere la situazione, magari vendendo a terzi l’immobile. Il tasso di default è sceso rispetto ai picchi del 2012, quando toccava addirittura il 2% dei finanziamenti, è questo è dovuto a una serie di ragioni. La prima è che le banche sono diventate molto più prudenti nelle erogazioni, varando criteri di valutazione del rischio molto stringenti, il secondo è che la situazione delle famiglie è migliorata, il terzo è che i tassi sono scesi e le rate sono diventate più sostenibili: chi aveva in corso un mutuo a tasso variabile perché ha potuto approfittare della discesa dell’Euribor (il parametro che determina l’entità della rata); chi aveva un tasso fisso ha potuto ridurre l’esborso mensile surrogando il mutuo. Vi è poi un’altra ragione: negli ultimi anni si sono aperti due paracadute per chi aveva difficoltà a rimborsare il mutuo: il fondo pubblico di solidarietà gestito dalla Consap e quello privatistico nato grazie all’accordo tra Abi e consumatori

Per quanto riguarda il primo dal 2010 a fine 2015 ha esaminato 46.714 domande di persone in seria difficoltà a rimborsare le rate, ne ha accolte, perché in linea con i requisiti, 34.384 e ne ha poi effettivamente finanziate 22.926 con un esborso di 37,4 milioni di euro. Il fondo, che ha ancora a disposizione 26,6 milioni di euro, consente di sospendere fino a 18 mesi i pagamenti e versa alle banche la quota interessi in modo da non far crescere il debito. Dopo i 18 mesi il debitore riprende a pagare le rate come se nulla fosse successo. Però a quel punto, per essere chiari, se non ce la fa la strada del default diventa inevitabile. Il fondo Abi-Consumatori, attivo fino a dicembre 2017, ha alleviato almeno temporaneamente i problemi di quasi 28mila famiglie. Nello specifico 26.619 hanno sospeso le rate grazie un primo accordo che consentiva, analogamente al fondo pubblico, di sospendere per 18 mesi le rate per intero, ma in questo caso gli interessi non versati nel periodo si aggiungevano al debito, o la sola quota capitale. Dal marzo dell’anno scorso è in vigore il nuovo accordo che consente di sospendere la sola quota capitale; vi hanno aderito un migliaio di famiglie.

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