
L’AQUILA: – “Riguardo alle recenti polemiche sulla collocazione delle sedi della Soprintendenza unica e dell’Arap, il forte sospetto è che il peccato originale sia lo stesso che attanaglia da sempre la nostra regione. Si tratta della mancanza di una visione unitaria e di un progetto comune, in cui i territori abbiano ruoli diversificati da valorizzare per il bene comune, il bene degli abruzzesi. Mancando questo telaio ideale e programmatico, è automatico che i territori e le province finiscano con eleggere il sospetto a principale motore dell’azione politica, e concentrarsi sulla rivendicazione piuttosto che sulla proposta. Tutto è visto in chiave spartitoria o predatoria.
Credo che sia compito, arduo ma necessario, della politica, e in primis di quella che è di livello regionale, lavorare perché si sviluppi la coesione e la comunanza degli obiettivi dell’Abruzzo, e in questo contesto vengano valorizzate le vocazioni dell’Aquila, centro amministrativo e culturale, di Pescara, polo commerciale, dell’area di Chieti, riferimento dell’industria e della manifattura, oltre naturalmente agli altri territori. Così potrà essere anche più agevole e direi naturale programmare gli investimenti, a cominciare da quelli infrastrutturali, sviluppare le opere e distribuire le funzioni, senza dovere assistere ogni volta a una guerra intestina. La sintesi è più razionale della somma, e non può che convenire.
Questa opera di lunga lena, di rivoluzione immateriale forse meno visibile ma che non può che risultare decisiva per lo sviluppo a lungo termine della nostra regione, potrebbe essere un obiettivo di largo respiro della seconda fase del mandato di Luciano D’Alfonso e della sua Giunta. Dopo inizio concentrato sulla necessità di porre rimedio al deficit infrastrutturale e di bilancio e di rimettere l’Abruzzo al centro dei corridoi di sviluppo, D’Alfonso ha l’opportunità di lavorare a un patto, un patto da cui nasca finalmente l’Abruzzo, inteso come sistema di valori condiviso e coeso. E’ un lavoro difficile, ma che va iniziato al più presto.
In questo gioca un ruolo fondamentale la cultura, e come Partito Democratico dell’Aquila non ci siamo mai stancati di sottolineare quanto in questo senso potrebbe aiutare una riforma che premi il tasso di “abruzzesità” delle iniziative e delle manifestazioni, non solo la loro capacità di produrre reddito o che si limiti ad attuare una distribuzione territoriale a pioggia dei fondi. Si può cominciare ad agire da qui.”
E’ quanto dichiara Stefano Albano Segretario Partito Democratico L’Aquila