MONTEREALE (AQ): – di Nando Giammarini – Ogni Regione ha le sue tradizioni che la portano a rapportarsi alla cultura del proprio passato; la sera del 16 gennaio in tanti Paesi dello Stivale si accendono dei fuochi propiziatori in onore di S. Antonio Abate per sconfiggere tutti i mali; i carboni ancora ardenti poi vengono distribuiti alle famiglie per allontare le malattie dalle loro case e la cenere viene sparsa nei campi affinché si ottenga un ottimo raccolto. Nel nostro meraviglioso Abruzzo tanti sono i paesi dell’Alta Valle dell’Aterno in cui si festeggia S. Antonio Abate, protettore degli animali. Essendo una festa nel cuore dell’inverno spesso capitava che a far da cornice al paesaggio era la neve il cui candore sembrava volesse rimarcare l’antico detto popolare secondo cui “S. Antonio barba bianca, se non piove la neve non manca”. A Montereale e nelle sue Frazioni il rito era molto sentito poiché anticamente erano paesi a forte vocazione agreste. L’allevamento del bestiame per il lavoro della terra e gli animali per il sostentamento delle famiglie era molto diffuso tanto che ogni cas ne aveva in abbondanza. Poi i tempi cambiarono, si passò da un’economia agricola all’edilizia, al terziario ma l’antico rito è rimasto pressoché intatto nel rispetto dell’antica tradizione. Il17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, storicamente, era una ricorrenza che veniva celebrata con riti civili e cerimonie religiose, soprattutto nelle campagne. Ormai fa parte dei ricordi perchè si festeggia in maniera molto riduttiva e in “versione” moderna. Nelle nostre zone si era solito offrire delle “colenne” (n.r.: minestra di farro o di riso), insieme a qualche spicciolo, della frutta di produzione propria e le famose “panette”, ai bambini che già dal mattino presto giravano per le case. Questo tipo di pane benedetto veniva fatto assaggiare, in piccole quantità ovviamente, anche alle bestie dopo la benedizione in segno di protezione.
La Pro Loco di Montereale, dotatasi recentemente di un Direttivo di tutto rispetto e animato da grande voglia di fare, sta organizzando per sabato 16 gennaio, una bella festa da ballo allietata dal suono dell’organetto di Simona Cenfi. Per rimanere nel contesto delle tradizioni, che non dovranno mai sparire poiché finirebbe una parte di noi stessi, ed aspettare insieme la festa nel corso della serata verrà servita la mai dimenticata Paniccia, una gustosa minestra di miglio con cipolla e carne, piatto tipico della gente locale preparato esclusivamente la notte di S. Antonio Abate, e le panette.