L’AQUILA: – di Vanni Biordi – Nella splendida atmosfera di una serata molto fredda e tranquilla, un folto corteo di aquilani si è mosso, in processione penitenziale, da Santa Maria di Farfa fino alla Basilica di San Bernardino per il rito dell’apertura della Porta Santa. L’Arcivescovo dell’Aquila mons. Petrocchi insieme a mons. Molinari, mons. Antonini e tanti sacerdoti hanno varcato la Porta centrale di San Berardino che rimarrà aperta per tutta la durata dell’Anno Santo come segno visibile per tutti gli aquilani di una ulteriore e importante possibilità di migliorare la situazione umana, sociale e di solidarietà della nostra città!
Tutti hanno ascoltato attentamente l’omelia di mons. Petrocchi, il quale ha sviluppato la tematica sul significato della misericordia di Dio che viene proposta all’intera umanità ferita dal male e dal peccato. E la Porta Santa completamente aperta è un simbolo molto forte di quanto ieri si è celebrato.
L’accostamento dell’Anno Santo alla Perdonanza celestiniana ha attualizzato l’inizio della riflessione dell’Arcivescovo, dichiarando la sua convinzione di un nesso strettissimo tra i due eventi, tale da ritenere la Perdonanza dell’Aquila di Celestino V “matrice spirituale e dottrinale” dell’anno santo dichiarato e strutturato qualche anno dopo da Bonifacio VIII. Ponendo l’Aquila in una posizione privilegiata!
Il continuo invito alla gioia, suggerito dalla liturgia del giorno, risulta come una possibilità di sconfiggere il nemico, il male che l’uomo si porta dentro di sé e lo incatena allo scoraggiamento e alla disperazione, e ha una ripercussione pericolosa per i rapporti interpersonali e per i risvolti negativi nella società umana. Il male che si manifesta come una prova che però, come il sisma che ha ci colpito e ha ferito il popolo aquilano, non riesce a distruggere completamente e non riesce ad atterrare, e non lascia cadere le braccia al desiderio di rialzarsi, di convertirsi e far alzare invece le braccia come volontà di invocazione e richiesta di perdono. E’ il significato fondamentale dell’Anno giubilare appena aperto.
Il male, il peccato, descritto da mon. Petrocchi con un originale intuito dell’allegoria dell’ ecologia dell’anima, che produce uno smog spirituale….la formazione di gas inquinanti che oscurano la nostra atmosfera interiore, causando patologie morali e relazionali. La chiara allegoria, probabilmente ispirata alla Lettera Enciclica “Laudato sì” di papa Francesco, in sintonia con l’incontro dei Grandi della terra sul problema del clima a Parigi, delinea la condizione negativa nel rapporto con Dio, condiziona il rapporto con se stessi e altera i rapporti con gli altri, rovinando le relazioni umane e sociali.
Il precetto della gioia è messo a rimedio della situazione negativa dell’umanità, che con l’incontro con Dio, ricevendo la Sua misericordia e il Suo perdono, trova la possibilità di rinascita che si sviluppa in una solidarietà fattiva : Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e a chi ha da mangiare, faccia altrettanto. Il rispetto della legalità, dei diritti altrui e la leale sobrietà è posta come condizione di conversione e cambiamento radicale per la salvezza dell’umanità, non più da delegare agli altri o da aspettarsi esclusivamente dalle Istituzioni, ma esige l’impegno del singolo e di tutti, richiede sensibilità corale e risposte collettive, essere efficace a tutto campo, una reazione di popolo, per non permettere che l’ignavia di molti consenta la prepotenza di pochi.
La conclusione è dettata dalle splendide parole di papa Francesco: la parola del perdono possa giungere a tutti e sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente. Questo è il momento favorevole per cambiare vita. Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore.