
L’AQUILA – “Da quando, ormai tre anni fa, esattamente il 18 agosto, si tenne a Roma la riunione plenaria con i ministeri del Tesoro, del Bilancio e della Coesione Territoriale di una nostra rappresentanza guidata dall’On. Giovanni Lolli, ogni anno, puntualmente tra il 16 ed il 18 agosto, arriva la ‘mazzata’ delle tasse”.
A parlare e’ Masimiliano Mari Fiamma, segretario generale di Apindustria, commentando la decisione della Commissione europea che ha richiesto la restituzione di sgravi fiscali a imprese abruzzesi che pur trovandosi in zone colpite da calamaita’ naturali non hanno riportato danni. Anche se tali sgravi furono introdotti dal governo italiano gia’ dal 2002, l’organismo di Strasburgo punta il dito, in particolare, sulle imprese che non avrebbero subito dani dal sisma del 6 aprile 2009.
“Il sospetto che qualche burocrate cerchi, nel silenzio estivo, di mascherare le gravi colpe dei propri uffici – osserva Fiamma – si fa sempre piu’ pressante e poco importa se ad una tale scelleratezza siano legati i destini di una intera comunita’. Questa volta non ci sono grosse differenze rispetto al passato, ma ‘solo’ dei sensibili peggioramenti dato che, alla solita richiesta dell’Ue di una prova tangibile della mancata turbativa della concorrenza lo Stato italiano, ancora una volta, risponde in modo approssimativo ma sempre inevitabilmente deferente per evitare screzi ‘pericolosi’. Pericolosi per chi? Di sicuro per chi ha commesso l’errore iniziale, gravissimo, di non aver mai comunicato all’Europa i provvedimenti presi per le calamita’ naturali succedutesi dal 1990 ad oggi, un fatto questo che potrebbe di certo pregiudicarne la carriera. Pericoloso perche’ dopo le quote latte, la lentezza della giustizia, la situazione carceraria e le altre migliaia di infrazioni registrate (e portate a condanna) una cosa che interessa cosi’ poche persone potrebbe essere l’ennesima prova dell’incapacita’ di un sistema della P.A. al collasso totale”.
“Non ci sarebbe nulla di nuovo sotto il sole – rileva il egretario di Apindustria – se non che l’Agenzia delle Entrate, fin ora tenutasi al riparo da ogni azione preventiva, stavolta sembra aver abbracciato la prassi di INPS e INAIL che, gia’ a suo tempo, avevano provveduto a cancellare una legge dello Stato con una circolare interna. L’Agenzia sembra volere di piu’ perche’ da fonti interne sembra che non ci si fermera’ al recupero dell’ulteriore 60% abbattuto per le 105 imprese sopra il de minimis ma si procedera’ al recupero su chiunque (partita IVA) abbia usufruito dell’agevolazione, cioe’ tutti. Anche questa e’ una strana e deprecabile iniziativa stranamente rapida per uffici universalmente noti per l’elefantiasi che li caratterizza ed e’ per questo che, stavolta, non si devono fare prigionieri.”
“Noi – prosegue Fiamma – auspichiamo un’azione comune di tutte le Parti sociali territoriali per giungere all’individuazione dei colpevoli, nomi e cognomi, delle mancate comunicazioni all’Ue e, unitamente ai dirigenti regionali dell’Agenzia delle Entrate, di INPS e INAIL, regionali e nazionali, di procedere nei loro confronti in termini di legge chiedendone, alla luce della riforma della P.A., la loro rimozione immediata e il successivo licenziamento. Si dovra’ inoltre, stavolta senza possibilita’ di deroga, procedere ad un incontro con il Governo che conduca subito dopo al tanto richiesto appuntamento a Bruxelles dove una delegazione qualificata del nostro territorio affrontera’ l’argomento senza l’intervento degli inetti funzionari statali che ci hanno condotto a questo punto.”
“A nostro avviso – conclude il segretaruio di Apindustria – questa e’ l’unica strada possibile per giungere finalmente a risoluzione del problema e non all’ennesimo rinvio”.