L’AQUILA: – “Prima di intervenire sulla condanna della Corte dei conti per danno erariale, relativa alla gestione dei progetti Case e Map, inferta al sindaco (la seconda negli ultimi otto mesi), due assessori e una dirigente del Comune, abbiamo voluto leggere con attenzione le 146 pagine di motivazioni della sentenza”.
Inizia cosi’ una nota del gruppo consiliare Appello per L’Aquila.
“Ne emerge un quadro sconfortante, gia’ noto e che abbiamo piu’ volte denunciato in questi anni: la totale incapacita’ e volonta’ della Giunta ad amministrare la cosa pubblica.
La Corte ne certifica ora il danno ma ‘la grave negligenza, trascuratezza e superficialità’ nella gestione, dalle bollette pazze al mancato funzionamento dei pannelli solari, dall’acquisizione al patrimonio comunale senza garanzie da parte dello Stato alle incredibili vicende legate all’affidamento per la manutenzione delle Case e’, purtroppo, da tempo sotto gli occhi di tutti.
Ma l’aspetto piu’ deplorevole e’, a nostro avviso – prosegue la nota – la profonda iniquita’ sociale che emerge da tutta la vicenda e l’indecorosa difesa del sindaco. La condanna si fonda infatti su quanto previsto dal Regolamento condominiale dei progetti Case e Map approvato dal Comune nel 2011, un atto voluto e votato quindi dalla maggioranza. Nel Regolamento si stabilisce che i morosi di due mensilita’, per gli affitti o i consumi, debbano essere sfrattati e perdano ogni altro diritto all’assistenza. Morosi e basta, senza distinzioni tra incapienti, i cosiddetti ‘morosi per necessita”, e gli altri che potrebbero pagare ma non lo fanno. Con livelli di morosita’ di oltre il 50%, a dimostrazione del fatto che l’amministrazione non fosse proprio interessata a riscuotere quanto dovuto, l’ingiustizia e’ stata duplice.
Infatti – rileva Appello per L’Aquila – sono stati penalizzati quelli che correttamente hanno pagato rispetto agli altri che, pur potendo, non l’hanno fatto e contemporaneamente sono stati messi in pericolo di sfratto quelli che proprio non potevano pagare. Regolamenti attenti alla situazione sociale prevedono invece sanzioni per morosita’ protratta per almeno sei mesi (e non solo due) ma soprattutto operano una netta distinzione tra i morosi, escludendo penalita’ per i morosi per necessita’, quali per esempio quelli che: Abbiano perso il lavoro per licenziamento; abbiano avuto una consistente riduzione dell’orario di lavoro; siano in cassa integrazione ordinaria o straordinaria che ne limiti la capacita’ reddituale; non abbiano visto rinnovati contratti a termine o di lavori atipici; abbiano cessato attivita’ libero-professionali o di imprese registrate derivanti da cause di forza maggiore; abbiano una malattia grave; abbiano avuto un infortunio o un decesso del componente del nucleo familiare che abbia comportato la consistente riduzione del reddito complessivo. Bastava poco, visto che i criteri enunciati sono quelli stabili da molti regolamenti regionali sull’edilizia popolare”.
Invece non aver previsto e regolamentato diversi trattamenti per le differenti situazioni ha significato non aver protetto le fasce piu’ deboli della popolazione. E farsi scudo da parte del sindaco con i ‘morosi per necessita’ – attacca la lista civica – e’ un’operazione eticamente, prima che politicamente, riprovevole: si usano ‘gli ultimi’ in propria difesa dopo averli pesantemente penalizzati quando si scriveva e votava in Comune il Regolamento che li condannava di fatto al concreto rischio di sfratto.
La gazzarra delle lettere al Presidente della Repubblica, l’ergersi a paladino dei piu’ deboli e’ stato il solito il fumo negli occhi per nascondere la propria malagestione e le proprie responsabilita’ politiche proprio nei confronti delle famiglie piu’ deboli. L’acritica difesa dei condannati da parte del Pd vorrebbe far dimenticare le precise responsabilita’ di quel partito per aver approvato quel Regolamento infame senza andare alla radice del problema per risolverlo. Un’amministrazione sana scrive regole giuste e applicabili, considerando le differenze sociali e di reddito, che poi fa rispettare perche’ sono eque e quindi accettate dalla collettivita’.
Qui invece le regole erano, e continuano ad essere, ingiuste e incerte, forse perche’ si vuole che chi e’ in difficolta’ sia costretto a chiedere favori a qualcuno. Tutta la vicenda, unita al fatto che scientemente le prime bollette sono state spedite solo dopo le scorse elezioni nonostante gli avvertimenti di accumulo dei debiti che da oltre un anno pervenivano al sindaco dagli uffici comunali – si legge ancora nella nota – comporterebbe le dimissioni di tutti i protagonisti per manifesta e provata incapacita’ amministrativa.
Cosa che non accadra’, altrimenti il Paese non sarebbe in queste condizioni. Che almeno serva a modificare il Regolamento condominiale di Case e Map in maniera equa e nella direzione che abbiamo tracciato in modo tale che chi puo’ pagare sia costretto a farlo mentre chi e’ davvero in difficolta’ non rischi oggi di perdere il diritto all’abitare. Che conosca o meno qualche politico”, conclude Appello per L’Aquila