L’AQUILA: – L’Aquila calcio è nella nuova indagine della Polizia sul Calcioscommesse, denominata “Dirty Soccer”, che ha portato alla scoperta di due distinte organizzazioni criminali, che coinvolgono calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi, in grado di truccare decine di partite dei campionati di Lega Pro e serie D.
Sarebbero più di 30 le squadre coinvolte, 50 fermi e oltre 70 indagati.
La ‘ndrangheta sarebbe dietro ad alcune delle presunte combine.
L’inchiesta è coordinata da Dda di Catanzaro e condotta dalla squadra mobile e dallo Sco di Roma.
Sono scattate le misure cautelari per 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive e 8 tra dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali il tutto con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose.
Tra gli arrestati dell’inchiesta c’è anche il direttore sportivo dell’Aquila Calcio Ercole Di Nicola, originario di Atri (TE), responsabile dell’area tecnica. Secondo quanto appreso da fonti investigative, è stato fermato nelle prime ore della mattina a Venezia. Di Nicola sarebbe uno degli uomini chiave dell’inchiesta.
Sempre secondo quanto appreso inoltre non ci sono indagati tra i rappresentanti della proprietà del club L’Aquila Calcio e tra il resto della dirigenza.
L’Aquila quindi come società non è coinvolta a livello penale, bisognerà perciò capire cosa succederà a livello di giustizia sportiva.
Le partite di Lega Pro abruzzesi sulle quali gli investigatori e gli inquirenti hanno accertato le combine che sarebbero state realizzate nel corso della stagione 2014-2015 dalle due distinte associazioni scoperte con l’operazione di oggi sono: Santarcangelo-L’Aquila, L’Aquila-Savona, L’Aquila-Tuttocuoio e L’Aquila-Santarcangelo.
Oltre Di Nicola sono stati sottoposti alle medesime misure cautelari altre conoscenze del calcio abruzzese come Gianni Califano, ex calciatore e direttore sportivo del Monza oltre che amico di Di Nicola, e l’attuale allentatore del Barletta Ninni Corda che qualche mese fa sembrava in procinto tra l’altro di venire all’Aquila.
Per quanto riguarda invece i calciatori finiti in manette, invece, ci sono Raffaele Moxedano (Neapolis), Pasquale Izzo e Emanuele Marzocchi (Puteolana), Salvatore Arista (ex dell’Akragas), Fabio Di Lauro, Marco Guidone, Francis Obeng, Mohamed Lamine Traoré e Giacomo Ridolfi (Santarcargelo), Andrea Ulizio (San Marino ed ex Pro Patria), Adolfo Gerolino (ex del Pro Patria) e Vincenzo Melillo (Pro Patria).
Le squadre delle città coinvolte sarebbero Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova e Savona.
“Il Comune dell’Aquila si costituirà parte civile nel processo legato all’inchiesta sul calcioscommesse della procura di Catanzaro per i danni morali causati da questa vergognosa vicenda che apre una ferita gravissima nelle tante comunità colpite”.
E’ quanto annuncia il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
Il primo cittadino si dice: “nauseato perché è stato un colpo basso alla città che nel tifo per la propria squadra fa passare l’orgoglio, la rivincita, la rinascita, il calcio, come il rugby fa vivere gli stessi sentimenti ai tifosi. È il simbolo di un territorio e delle migliaia che seguono le vicende sportive. Questa vicenda mi disgusta.”
Sulla vicenda è intervenuto anche il vice presidente dell’Aquila calcio Massimo Mancini, il quale dichiara: “È una cosa gravissima, se questo è il calcio è uno schifo. Augurandoci che non sia così, la notizia è un incubo per noi e per la società”.
Il vice presidente sostiene: “Chiaramente non sapevamo nulla, aspettiamo di capire di più, non condanniamo nessuno però non dovevamo neppure essere sfiorati da questa vicenda per i sacrifici fatti e per la nostra onestà. Siamo i primi a chiedere chiarezza e che si volti pagina”.
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