ATESSA (CH): – E’ stata una grande prova di forza e di unità dei cittadini di Atessa. Ringraziamo tutti coloro (i giovani soprattutto e gli amministratori dei Comuni vicini) che hanno partecipato e hanno animato una giornata indimenticabile. Chiediamo ora al presidente D’Alfonso, commissario straordinario della sanità abruzzese, di tenere conto della richiesta che viene dalla stragrande maggioranza di questo territorio e di revocare immediatamente il provvedimento di chiusura, preso dai responsabili della Asl di Chieti.
Alle poche voci stonate ricordiamo che il Movimento per Atessa Unita ha denunciato, ieri come oggi, le decisioni che hanno portato allo smantellamento dell’ospedale, e si è sempre battuto per difendere il San Camillo De Lellis. Mi chiedo, invece, dove erano e che cosa hanno fatto quegli esponenti del centrodestra nostrano -che adesso gridano tanto- quando venivano chiusi alcuni reparti, trasferiti i primari, tolte le urgenze. Quei politici di lungo corso non solo non hanno protestato, in quelle occasioni, ma hanno alimentato la leggenda che l’ospedale fosse stato potenziato perché, ogni volta, veniva steso un tappeto rosso per inaugurare ‘nuove’ strutture, che erano di modesta importanza o non sono mai entrate in funzione.
Il dramma attuale è conseguenza di scelte sbagliate di ieri e di oggi, e di quella leggenda.
Respingiamo, quindi, gli inverecondi attacchi alla persona di Mario Olivieri, consigliere regionale di Abruzzo Civico, che ha fatto solo il proprio dovere stando accanto ai cittadini, che hanno espresso civilmente il loro disagio e la loro protesta per le condizioni della sanità pubblica nel nostro territorio. Bravo Mario! Altri non hanno avuto il tuo coraggio e la tua sensibilità.
Ora azzeriamo le polemiche e vediamo che cosa si può fare per salvare il salvabile. Il 9 aprile ci sarà un incontro, alla Regione, con l’assessore alla sanità e i responsabili della Asl. Mi auguro che, in quella sede, prevalgano la ragione e il buon senso. Noi sosterremo la proposta contenuta nel documento dei medici. L’ospedale di Atessa può ancora avere un futuro, ma non ci si spacci il “rafforzamento dei poliambulatori” o il cosiddetto “ospedale di comunità” (che nei fatti è un ospizio per anziani) come la soluzione al problema che poniamo”.