L’AQUILA – 45 anni fa, il 26 marzo 1970, le Forze dell’Ordine, chiudevano Radio Partinico, la radio libera del sociologo Danilo Dolci.
Radio Partinico era lo strumento di denuncia dei ritardi con cui procedeva l’opera di ricostruzione dei paesi del Belice distrutti dal terremoto del gennaio 1968. Con un impianto di fortuna, che aveva una limitata capacità di emissione, la radio diffondeva messaggi di mobilitazione alla popolazione che da due anni viveva nelle baracche. Dolci si rifiutò di spegnere i microfoni e si barricò in una stanza nella quale fece poi irruzione la polizia. Il sociologo, che predicava la non violenza, venne denunciato. Il suo gesto, oltre a denunciare le condizioni terribili dei terremotati, aprì con largo anticipo la stagione della proliferazione delle radio ‘libere’ che solo nel 1975 avrebbero ottenuto un riconoscimento da una sentenza della Corte costituzionale. Dolci fu quindi il precursore di una riforma del sistema radiotelevisivo che, nelle intenzioni dei promotori, mirava a spezzare il monopolio del servizio pubblico con la nascita di una rete di emittenti in ambito locale.
Brano tratto dall’archivio storico di Informazione Siciliana